Ribo104 - Dimora d'arte a Mondaino

Lo studio dell’architetto Zaghini Stefano, dopo le esperienze in campo museale con l’allestimento del 2017 della mostra 'La Luce in G.Cagnacci e G.Turci' nelle antiche sale della Rocca Malatestiana e la precedente personale del 2006 su G.Cagnacci nelle sale restaurate dell'Ex Monte di Pietà (sempre a Santarcangelo di Romagna), approda oggi alla firma di un nuovo progetto espositivo: RiBo104, una ‘dimora d’arte’ a Mondaino con inaugurazione Sabato 22 Ottobre 2022.

Di fronte all’ex convento delle Clarisse, in via Roma 104, una seconda residenza privata diventa il luogo di incontro per tutti gli artisti desiderosi di soggiornare ed esporre le proprie opere. Si tratta di un contenitore espositivo privato (e fucina di idee) per le pratiche d’arte visiva contemporanea, ottenuto dalla fusione di due unità abitative attigue.

Gli spazi domestici originari, sono stati ripensati nel tentativo di creare un percorso performante per l’accessibilità e l’inclusività verso le varie forme di espressione artistica esposte. Si tratta di opere raccolte con passione e perseveranza nel corso degli anni della propria vita, dai coniugi di origine Lombarda, Rigotti Daniela e Borsani Ambrogio.

La configurazione spaziale del progetto ottenuta dalla fusione dei due nuclei edilizi primitivi, evoca a livello semantico, il concetto Loosiano del ‘Raumplan’; una scarnificazione spaziale perpetuata attraverso un metodo di incastrare e porre a interazione consecutiva vani alti e bassi che fu inventato dall'architetto Adolf Loos; tra i massimi esponenti del proto-razionalismo architettonico negli anni 1920-1930 ed autore del celebre ‘ornamento e delitto’.

Si trattava in sostanza, a livello compositivo, di un montaggio libero di ambienti diversi per altezza dentro ad un dato volume urbano. Una sorta di concetto di ‘economia spaziale’, elaborato dal reazionario architetto viennese, contro lo spreco e la monotona ripetitività dei piani uguali sovrapposti senza soluzione di continuità.

Ri Bo104 si trasforma così da abitazione in un museo privato; immacolato nel suo volume esterno quanto altimetricamente snodato nelle sue diverse cavità interiori che si trasformano oggi in nuove e funzionali sale espositive.

La scelta del linguaggio espressivo-iconico del nostro concept di interior-design è simbiotica e conseguente alla valorizzazione dell’articolazione spaziale di suggestione Loosiana che abbiamo ereditato dalla fusione dei due nuclei originari.

La ristrutturazione ha previsto quindi l’eliminazione delle arbitrarie ed evanescenti stratificazioni pseudo-storiche ( e di tutti i languori oleografici ad esse connessi) per darsi carico progettualmente, grazie alle nuove tecnologie, delle nuove esigenze espositive come una galleria d’arte contemporanea richiede.

Light-project in collaborazione con Viabizzuno e impianto elettrico realizzato dalla ditta Menghi Silvano, sviluppo delle resine per pavimenti, bagni e scala a cura de Il Resinificio. Tutti gli arredamenti su misura e coordinati su disegno dallo studio sono stati realizzati dalla Falegnameria Baiocchi  e Vetreria Bellaria.