La Casa di Dedalo

Tesi di Laurea - La casa di Dedalo: nuove centralità urbane - 1992 - Università degli Studi di Firenze

Studenti: Zaghini Stefano, Collini Gianni

Relatore: prof. arch. Loris Macci – Correlatore: arch. Nicoletta Novelli

Il progetto ruota attorno al concetto di estetica e di analisi urbana. Da una parte l’impulso creativo della metafora del labirinto si lega al simbolismo del centro e alla ricerca semantica del volto architettonico del progetto. Dall’altra parte l’intenzione razionale di usare il progetto come lo strumento necessario ad indagare scientificamente “una parte di città”.

Per il recupero dell’area dismessa dell’ex-essiccatoio Martini di Cesena la ricerca progettuale arriva così a definire un nuovo baricentro sociale morfologicamente simile, per impianto urbano, ad una cittadella murata; un modello sociale utopistico, che propone la convivenza di giovani e anziani in un polo integrato di servizi e infrastrutture. Si tratta di un paesaggio architettonico inteso non come un edificio pubblico unitario, bensì una “cattedrale arcaica” (una sorta di palazzo di Cnosso contemporaneo) la cui architettura è reintegrata nella legittima aspirazione a farsi monumento scultoreo.

Il linguaggio architettonico crede alla virtù della forma e riconosce alla sua carica simbolica un valore più determinante di qualsiasi premessa funzionale o tecnicista. Un complesso ermetico, tutto costruito con archetipi cavi, che se anche venisse disertato delle funzioni sociali che esso racchiude, rimarrebbe comunque un luogo capace di unificare il contesto urbano circostante (dal volto marginale e caotico tipico delle aree dismesse) caratterizzandolo di nuovi significati simbolici.